Licenziamento per giusta causa: cosa sapere e come proteggere i propri diritti

licenziamento per giusta causa
Scritto il 02 Dicemebre 2024

Il licenziamento per giusta causa è una delle questioni più complesse nel diritto del lavoro. Capire cosa comporta, quando si applica e quali sono i diritti di entrambe le parti coinvolte è fondamentale sia per i datori di lavoro che per i dipendenti.

Cos'è il licenziamento per giusta causa

Il licenziamento per giusta causa è una cessazione del rapporto di lavoro che avviene senza preavviso, a seguito di un comportamento talmente grave da non consentire la continuazione del rapporto nemmeno per il tempo necessario del preavviso. Si tratta di una misura eccezionale, che può essere adottata solo quando il comportamento del dipendente è tale da distruggere il rapporto di fiducia con il datore di lavoro.

Esempi di giusta causa

  • assenze ingiustificate: quando un lavoratore si assenta dal lavoro senza un motivo valido o senza comunicare la propria assenza in modo corretto.
  • furto o appropriazione indebita: rubare beni aziendali o utilizzare le risorse aziendali per scopi personali senza autorizzazione costituisce giusta causa.
  • violenza o comportamenti aggressivi: avere atteggiamenti minacciosi o violenti verso colleghi o superiori.
  • violazione dell'obbligo di fedeltà: ogni dipendente è tenuto a comportarsi con correttezza e lealtà nei confronti dell'azienda. Questo significa, ad esempio, non divulgare segreti aziendali o non svolgere attività in concorrenza con l'azienda stessa. La violazione di tale obbligo è spesso motivo di giusta causa.

Procedura per il licenziamento per giusta causa

Per procedere a un licenziamento per giusta causa, il datore di lavoro deve seguire una procedura ben precisa, rispettando i diritti del lavoratore. Vediamo i principali passaggi:

  1. contestazione disciplinare: il datore deve contestare per iscritto al dipendente il comportamento ritenuto scorretto. La contestazione deve essere specifica e dettagliata, indicando chiaramente i fatti addebitati.
  2. diritto di replica: il dipendente ha diritto di rispondere alle accuse entro 5 giorni dalla ricezione della contestazione. Questo è il momento in cui il lavoratore può presentare le proprie difese e spiegare le sue ragioni.
  3. decisione finale: se le giustificazioni non vengono ritenute sufficienti, il datore di lavoro può procedere con il licenziamento, sempre per iscritto, indicando le ragioni specifiche che giustificano tale decisione.

I diritti del lavoratore licenziato per giusta causa

Anche in caso di licenziamento per giusta causa, il lavoratore ha diritto ad alcuni benefici e indennità:

  • retribuzione maturata: il datore di lavoro deve comunque corrispondere la retribuzione per il periodo lavorato fino al momento del licenziamento.
  • tfr (trattamento di fine rapporto): anche in caso di licenziamento per giusta causa, il dipendente ha diritto al TFR.
  • ferie non godute: le ferie maturate e non godute devono essere monetizzate e liquidate al momento della cessazione del rapporto.

L'importanza della fedeltà aziendale

Uno degli aspetti fondamentali del rapporto di lavoro è l'obbligo di fedeltà da parte del dipendente. Questo implica il dovere di non fare concorrenza all'azienda e di non commettere atti di infedeltà aziendale, come le assenze ingiustificate, il timbrare il cartellino e poi allontanarsi senza autorizzazione, o falsificare i dati relativi alle presenze. L'infedeltà aziendale comprende anche l'utilizzo improprio di risorse aziendali, come l'impiego di beni aziendali per scopi personali senza permesso. Tali comportamenti compromettono la fiducia del datore di lavoro e possono costituire giusta causa di licenziamento.

La fedeltà aziendale, inoltre, include il rispetto degli obblighi di trasparenza e correttezza, che significa agire sempre nell'interesse dell'azienda e non fare nulla che possa arrecare danno, diretto o indiretto, alla sua operatività o reputazione. Ad esempio, l'uso di informazioni riservate per scopi personali o la divulgazione di segreti aziendali sono azioni considerate gravi violazioni. Questi comportamenti non solo mettono a rischio la fiducia del datore di lavoro, ma espongono anche il dipendente a conseguenze legali importanti.

Come impugnare un licenziamento per giusta causa

Se un lavoratore ritiene che il licenziamento per giusta causa sia ingiusto, può impugnarlo. La procedura prevede:

  • impugnazione entro 60 giorni: il lavoratore deve comunicare la propria opposizione al licenziamento entro 60 giorni dalla notifica.
  • ricorso al giudice del lavoro: successivamente, entro 180 giorni, deve depositare il ricorso presso il tribunale del lavoro per far valere le proprie ragioni.

Il giudice può decidere di annullare il licenziamento se ritiene che non vi fossero motivi sufficienti o che la procedura non sia stata rispettata.

Rischi per il datore di lavoro

Per il datore di lavoro, un licenziamento per giusta causa non adeguatamente motivato o non correttamente gestito può avere conseguenze rilevanti. Il tribunale potrebbe ordinare la reintegrazione del lavoratore o, in alternativa, il pagamento di un indennizzo che può essere molto oneroso. È quindi fondamentale per l'azienda assicurarsi di avere tutte le prove necessarie e di seguire la procedura corretta.

Domande frequenti sul licenziamento per giusta causa

  • un licenziamento per giusta causa dà diritto alla disoccupazione? Sì, nella maggior parte dei casi il lavoratore ha diritto alla NASpI (indennità di disoccupazione), anche se licenziato per giusta causa, salvo situazioni particolari.
  • quanto tempo ha il datore di lavoro per contestare un comportamento scorretto? Il datore di lavoro deve agire tempestivamente. Una contestazione tardiva potrebbe essere considerata non valida.
  • un dipendente licenziato può essere reintegrato? Sì, se il giudice ritiene che il licenziamento non fosse giustificato o che la procedura non sia stata corretta, può disporre la reintegrazione del lavoratore o un risarcimento economico.

Conclusioni: il licenziamento per giusta causa è una misura estrema

Un esempio di licenziamento per giusta causa è quello della sentenza del Tribunale di Trento in cui una lavoratrice si rifiutava di utilizzare una timbratrice mobile come nuovo metodo di timbratura.

Il licenziamento per giusta causa rappresenta una misura estrema, utilizzabile solo in casi di comportamento particolarmente grave da parte del lavoratore. Sia i datori di lavoro che i dipendenti devono conoscere a fondo i propri diritti e doveri, al fine di evitare situazioni di conflitto e di garantire un ambiente di lavoro basato sulla fiducia e sulla collaborazione reciproca.

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