Cos’è il licenziamento per giusta causa?

licenziato per giusta causa
Scritto il 18 Giugno 2025

Significato, esempi e diritti dei lavoratori

Il licenziamento per giusta causa è una delle forme più drastiche con cui un datore di lavoro può interrompere il rapporto con un dipendente. È una misura legale, prevista dalla normativa italiana, che consente l’immediata cessazione del contratto senza preavviso. Ma in quali casi è davvero legittimo? Quali diritti ha il lavoratore? Vediamolo in dettaglio.

Cos’è il licenziamento per giusta causa

Per licenziamento per giusta causa si intende il recesso immediato del datore di lavoro, motivato da un comportamento del dipendente talmente grave da rendere impossibile la prosecuzione anche temporanea del rapporto di lavoro.

Secondo l’art. 2119 del Codice Civile, si può interrompere il contratto “per una causa che non consenta la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto”.

Caratteristiche principali:

  • Nessun preavviso: il rapporto si interrompe subito
  • Motivazione grave e documentata
  • Deve essere formalizzato per iscritto

Differenza tra giusta causa e giustificato motivo

Molti confondono giusta causa con giustificato motivo soggettivo. La differenza è importante:

Aspetto

Giusta causa

Giustificato motivo soggettivo

Gravità del comportamento

Molto grave

Meno grave

Effetto sul contratto

Cessazione immediata

Cessazione con preavviso

Esempio

Furto, violenza

Scarso rendimento, assenteismo

Esempi di licenziamento per giusta causa

Un licenziamento per giusta causa è considerato legittimo solo in presenza di condotte gravi e documentabili. Ecco alcuni esempi riconosciuti dalla giurisprudenza:

  • Furto o appropriazione indebita, anche di beni aziendali di modesto valore
  • Violenza o aggressioni sul posto di lavoro
  • Diffamazione dell’azienda o di colleghi sui social media
  • Assenteismo ingiustificato ripetuto
  • Insubordinazione grave verso un superiore

Casi dubbi o controversi

Non sempre un comportamento scorretto giustifica un licenziamento per giusta causa. Ecco alcuni esempi che spesso sfociano in contenzioso:

  • Ritardi occasionali o non documentati
  • Commenti ironici sui social, se non diffamatori
  • Utilizzo saltuario del telefono personale
  • Rapporti tesi con colleghi senza violenza

In questi casi è fortemente consigliato rivolgersi a un consulente del lavoro o a un avvocato.

La procedura corretta per il datore di lavoro

Il datore di lavoro deve seguire una procedura rigorosa, pena l’illegittimità del licenziamento:

  1. Contestazione disciplinare scritta entro pochi giorni dal fatto
  2. Audizione del lavoratore (entro 5 giorni dalla contestazione)
  3. Lettera di licenziamento motivata, consegnata per iscritto

Un errore formale può annullare il provvedimento.

I diritti del lavoratore licenziato per giusta causa

Anche in caso di licenziamento per giusta causa, il lavoratore conserva alcuni diritti.

Ha diritto a:

  • TFR (trattamento di fine rapporto)
  • Competenze maturate (ferie, ratei di tredicesima, straordinari)
  • Certificato di lavoro e buste paga residue

Non ha diritto a:

  • Preavviso
  • Indennità sostitutiva del preavviso

Cosa fare se ricevi un licenziamento per giusta causa

  1. Leggi con attenzione la lettera: verifica la motivazione e le date
  2. Raccogli prove e documentazione: email, testimonianze, badge, ecc.
  3. Consulta un avvocato del lavoro o un sindacato: potresti contestare l’atto
  4. Puoi impugnare il licenziamento entro 60 giorni dalla ricezione della lettera

FAQ: domande frequenti

Il datore può licenziare anche senza prove concrete?
No. Deve fornire prove precise e circostanziate. Altrimenti il licenziamento può essere annullato.

Posso essere licenziato per una frase detta a un collega?
Dipende dalla gravità e dal contesto. Se si tratta di minacce o insulti gravi, sì.

Il licenziamento per giusta causa va annotato nel certificato?
No. Il datore deve indicare solo che il rapporto è cessato, non il motivo.

Il licenziamento per giusta causa è uno strumento potente, ma va usato con estrema attenzione. Sia i lavoratori che i datori di lavoro devono conoscere i propri diritti e doveri, per evitare errori che possono costare caro in termini legali ed economici.

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