Tredicesima mensilità: quando arriva e come calcolarla

tredicesima mensilità
Scritto il 17 Novemebre 2025

Ogni fine anno in Italia la parola “tredicesima” torna protagonista. Per molti lavoratori dipendenti è l’occasione per affrontare le spese di Natale, pagare bollette arretrate o concedersi qualche acquisto in più. Ma quando arriva la tredicesima? E soprattutto, come si calcola l’importo netto in busta paga, cioè quanto effettivamente finisce nel tuo stipendio netto?

In questa guida vediamo in modo chiaro e aggiornato cos’è la tredicesima mensilità, quando viene pagata, come si calcola passo passo e perché spesso risulta più bassa rispetto a una mensilità ordinaria, pur essendo calcolata sulla stessa retribuzione lorda.

Cos’è la tredicesima mensilità

La tredicesima mensilità, o gratifica natalizia, è una mensilità aggiuntiva riconosciuta ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, erogata normalmente nel mese di dicembre. Si tratta di una componente della retribuzione annuale, prevista dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) e di fatto obbligatoria per la quasi totalità dei dipendenti in Italia.

In pratica, durante l’anno la tredicesima matura mese per mese e viene liquidata in un’unica soluzione (o, più raramente, in più rate) alla fine dell’anno.

A chi spetta la tredicesima

In linea generale, hanno diritto alla tredicesima mensilità:

  • lavoratori dipendenti a tempo indeterminato
  • lavoratori dipendenti a tempo determinato (in proporzione ai mesi lavorati)
  • lavoratori part-time (proporzionalmente alle ore)
  • apprendisti
  • lavoratori domestici (colf, badanti, ecc., secondo CCNL di riferimento)
  • pensionati (la tredicesima viene erogata dall’ente previdenziale insieme alla pensione di dicembre)

Non ne hanno diritto, di norma:

  • lavoratori autonomi e titolari di partita IVA
  • collaboratori occasionali e altre forme di lavoro parasubordinato non coperte da specifici accordi
  • tirocinanti e stagisti, salvo diversa previsione contrattuale

Capire se si ha diritto alla tredicesima è fondamentale prima ancora di ragionare su calcolo e stipendio netto.

Quando arriva la tredicesima

In Italia la tredicesima viene pagata nel mese di dicembre, di solito prima delle festività natalizie. La data precisa, però, dipende dal settore, dal datore di lavoro e da quanto stabilito dal CCNL applicato.

In sintesi:

  • per i dipendenti del settore privato, l’accredito avviene in genere tra metà dicembre e la vigilia di Natale, seguendo quanto previsto dal contratto collettivo e dagli accordi aziendali;
  • per i dipendenti pubblici, spesso la tredicesima viene accreditata in giornate fissate a livello centrale (intorno al 14–16 dicembre);
  • per i pensionati, l’INPS eroga la tredicesima con la rata di pensione di dicembre, spesso già a partire dai primi giorni del mese.

In alcuni casi, soprattutto nel settore privato, l’azienda può prevedere:

  • un acconto di tredicesima durante l’anno, ad esempio a giugno
  • la rateizzazione della tredicesima mese per mese, se il contratto lo consente, inserendola nella retribuzione ordinaria

Tutte queste modalità incidono sulla percezione del lavoratore, ma non cambiano il calcolo complessivo della tredicesima mensilità.

Come si calcola la tredicesima: la formula di base

La regola generale è abbastanza semplice:

La tredicesima mensilità corrisponde a 1/12 della retribuzione lorda annua, moltiplicato per il numero di mesi di lavoro maturati nell’anno.

In forma semplificata:

Tredicesima lorda = (Retribuzione lorda di riferimento / 12) × mesi maturati

Di solito matura un rateo per ogni mese lavorato. La maggior parte dei contratti considera “mese intero” quando si è lavorato almeno 15 giorni in quel mese.

Quali voci rientrano nella base di calcolo

La base di calcolo della tredicesima dipende dal CCNL, ma in linea di massima comprende:

  • paga base o minimo tabellare
  • contingenza (nei contratti che la prevedono)
  • superminimi individuali
  • scatti di anzianità
  • eventuali altre indennità fisse e continuative

Di solito non rientrano nel calcolo:

  • rimborsi spese
  • straordinari occasionali (salvo che il contratto preveda il loro computo in media)
  • premi variabili non continuativi

Per questo è importante verificare sempre il proprio contratto collettivo o confrontarsi con il consulente del lavoro.

Esempi pratici di calcolo della tredicesima

Vediamo due casi semplici per capire come funziona il calcolo.

1. Tredicesima per chi ha lavorato tutto l’anno

Supponiamo:

  • retribuzione lorda mensile di riferimento: 1.800 euro
  • 12 mesi lavorati nell’anno

Calcolo:

  • retribuzione lorda annua: 1.800 × 12 = 21.600 euro
  • tredicesima lorda: 21.600 / 12 = 1.800 euro

In questo caso, la tredicesima lorda coincide con una mensilità lorda “normale”. Il problema è capire quanto diventa stipendio netto.

2. Tredicesima per chi è stato assunto in corso d’anno

Supponiamo:

  • assunzione il 1° aprile
  • retribuzione lorda mensile: 1.800 euro
  • mesi utili maturati fino a dicembre: 9 (da aprile a dicembre)

Calcolo:

  • tredicesima lorda: 1.800 / 12 × 9 = 150 × 9 = 1.350 euro

Se il lavoratore è stato assunto a metà mese, la maturazione di quel mese dipende dalla regola dei 15 giorni prevista dal contratto.

Tredicesima e stipendio netto: perché l’importo sembra “più basso”

Uno dei dubbi più frequenti è: perché la tredicesima in busta paga è più bassa rispetto allo stipendio netto di una mensilità normale, anche quando la parte lorda è simile?

Ci sono tre motivi principali:

  1. Sulla tredicesima si pagano contributi previdenziali pieni
    Come sulla retribuzione ordinaria, anche sulla tredicesima si applicano i contributi INPS a carico del lavoratore.
  2. La tredicesima è interamente imponibile ai fini IRPEF
    L’importo della tredicesima si somma al reddito complessivo e viene tassato secondo gli scaglioni IRPEF, spesso con un’aliquota media più alta, perché si concentra in un’unica mensilità.
  3. Non benefica di alcuni vantaggi contributivi e fiscali
    Le recenti misure di riduzione del cuneo fiscale e altre agevolazioni applicate alle retribuzioni mensili non sempre si applicano alla tredicesima, aumentando il peso di contributi e imposte sulla mensilità aggiuntiva.

Il risultato è che a parità di lordo, lo stipendio netto della tredicesima può essere sensibilmente inferiore rispetto al netto di una mensilità ordinaria.

Esempio indicativo: da tredicesima lorda a stipendio netto

Per avere un’idea (semplificata e non sostitutiva delle simulazioni del consulente):

  • tredicesima lorda: 1.800 euro
  • contributi a carico del lavoratore (poniamo il 9,19% indicativo): circa 165 euro
  • imponibile IRPEF: circa 1.635 euro
  • IRPEF stimata, in base allo scaglione: ad esempio 27% medio ⇒ circa 441 euro

Stipendio netto della tredicesima:

1.800 – 165 – 441 ≈ 1.194 euro netti

Sono cifre puramente esemplificative, ma bastano per capire come il calcolo della tredicesima sullo stipendio netto possa dare un importo inferiore alle aspettative se si guarda solo alla cifra lorda iniziale.

Cosa incide sulla maturazione della tredicesima

Non tutti i periodi dell’anno contano allo stesso modo ai fini della tredicesima. Di solito, concorrono alla maturazione:

  • lavoro effettivamente prestato
  • ferie e permessi retribuiti
  • festività retribuite
  • maternità obbligatoria (perché equiparata a lavoro)

Al contrario, possono non maturare tredicesima (o maturarla solo in parte, secondo contratto):

  • aspettativa non retribuita
  • assenze ingiustificate
  • sciopero (a seconda del CCNL)
  • alcuni periodi di ammortizzatori sociali

La regola dei 15 giorni è spesso determinante: se in un mese si lavora (o si è coperti da retribuzione) per almeno 15 giorni, di solito il mese è considerato utile per la maturazione di un rateo di tredicesima.

Tredicesima per part-time, determinato, apprendisti e stagionali

Il principio chiave è la proporzionalità: la tredicesima si adegua al tipo di contratto e al tempo effettivo di lavoro.

  • Part-time orizzontale o verticale
    La tredicesima viene calcolata sulla retribuzione lorda di un lavoratore part-time, che è già proporzionata alle ore lavorate. Di conseguenza, anche la tredicesima sarà più bassa rispetto a quella di un full-time.
  • Contratto a tempo determinato
    Se il contratto copre solo una parte dell’anno, la tredicesima matura esclusivamente sui mesi lavorati. A fine rapporto, il datore di lavoro liquida anche la quota di tredicesima maturata.
  • Apprendisti
    Anche gli apprendisti hanno diritto alla tredicesima mensilità, secondo quanto previsto dal loro CCNL.
  • Lavoratori stagionali e a chiamata
    Di solito la tredicesima è riconosciuta in proporzione ai giorni o ai mesi effettivamente lavorati, spesso tramite quote accantonate e liquidate alla fine del contratto.
  • Pensionati
    Per i pensionati, la tredicesima viene calcolata dall’ente previdenziale sulla base dell’importo della pensione e dei mesi di percezione della stessa nell’anno.

Tredicesima e pianificazione in azienda: perché contano presenze e orari

Dal punto di vista del datore di lavoro, la tredicesima mensilità non è una sorpresa dell’ultimo minuto: è un costo che matura progressivamente durante l’anno e che dovrebbe essere accantonato mese per mese in contabilità.

Per calcolare correttamente la tredicesima per ogni dipendente, l’azienda deve avere sempre sotto controllo:

  • retribuzione lorda e variazioni (scatti, aumenti, superminimi)
  • tipologia di contratto (full-time, part-time, determinato, stagionale)
  • periodi di assenza, aspettativa, malattia, maternità, cassa integrazione
  • ore lavorate, straordinari, indennità ricorrenti

Se i dati sulle presenze e sugli orari di lavoro sono incompleti o affidati a fogli Excel sparsi, aumentano:

  • il rischio di errori nel calcolo della tredicesima
  • le contestazioni da parte dei dipendenti
  • le difficoltà nel simulare il costo complessivo del personale a fine anno

Una gestione digitale e centralizzata delle presenze rende molto più semplice e preciso il lavoro di chi si occupa di paghe e contributi, soprattutto in momenti sensibili come l’elaborazione della tredicesima.

Domande frequenti sulla tredicesima mensilità

La tredicesima è obbligatoria per legge?

La tredicesima mensilità è ormai una componente strutturale della retribuzione prevista dalla contrattazione collettiva per la quasi totalità dei lavoratori dipendenti. Diversamente dalla quattordicesima, che è presente solo in alcuni CCNL, la tredicesima è di fatto obbligatoria per chi rientra nei contratti che la prevedono, ossia la maggioranza.

La tredicesima può essere pagata a rate?

Sì. Nella maggior parte dei casi viene corrisposta in un’unica soluzione a dicembre, ma alcuni contratti o accordi aziendali prevedono:

  • un acconto durante l’anno
  • la ripartizione della tredicesima su più mensilità

L’importante è che la somma delle quote corrisponda all’importo che il lavoratore ha maturato.

Cosa fare se la tredicesima non arriva o arriva in ritardo?

La tredicesima deve essere versata entro il mese di dicembre ai lavoratori aventi diritto. In caso di mancato pagamento o ritardo, è consigliabile:

  • verificare con l’ufficio paghe o con il consulente del lavoro aziendale
  • coinvolgere eventualmente le rappresentanze sindacali
  • in ultima istanza, rivolgersi a un consulente o a un legale del lavoro per valutare la tutela dei propri diritti

La tredicesima è uguale allo stipendio mensile?

No. Anche quando la tredicesima lorda è pari a una mensilità lorda, lo stipendio netto della tredicesima è spesso inferiore a quello del mese standard, per via della diversa incidenza di contributi e IRPEF e dell’assenza di alcune agevolazioni sul cuneo fiscale.

Libemax Rilevazione Presenze e la tredicesima

La tredicesima mensilità è una parte fondamentale della retribuzione dei lavoratori italiani: non solo rappresenta un sostegno economico importante alla fine dell’anno, ma incide anche sul costo del lavoro e sulla pianificazione finanziaria delle imprese.

Per lavoratori e aziende, capire quando arriva la tredicesima, come si calcola e perché l’importo dello stipendio netto può essere diverso rispetto a quello di una mensilità normale è essenziale per evitare sorprese e incomprensioni.

Dal lato aziendale, il presupposto indispensabile per una tredicesima corretta è avere dati affidabili su presenze, assenze, orari di lavoro e tipologia di contratto. Una gestione manuale o frammentata aumenta il rischio di errori nel calcolo e rallenta il lavoro dell’ufficio paghe.

Per questo, se vuoi rendere più semplice e precisa la gestione delle presenze e delle ore lavorate, ti conviene affidarti a uno strumento pensato proprio per le aziende italiane.
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